Fare consulenza nel mondo del food è una grossa responsabilità, La presenza di una figura che si inserisce tra proprietà e azienda non viene sempre digerita con facilità e molti preferiscono fallire da soli che avere successo grazie all’aiuto di qualcuno.
Il tutto diventa ancora più complicato quando ci si propone come portatori di un know how specifico all’interno di settori che brulicano di gestori improvvisati e società di amici dell’ultim’ora.
Quello che capita nel food.
Come mai un’ampia fascia di imprenditori e investitori non percepisce il valore della consulenza?
Le motivazioni possono essere numerose:
diffidenza (metà dei clienti ci racconta di brutte esperienze precedenti);
mancanza di risorse (non c’è budget neanche per le sedie, figuriamoci per un consulente);
incapacità di coordinarsi efficacemente con un altro professionista (“io pago, io decido!”);
convinzione di avere tutte, ma proprio tutte, le competenze necessarie a presidiare i diversi aspetti di un business.